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Cantina La Maranzana Vini Piemontesi D.O.C.G.

Il Consorzio Tutela Brachetto d’Acqui è una realtà del territorio che da sempre valorizza questo prezioso vino, fiore all’occhiello delle nostre colline

Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme con l’obiettivo di regolamentare la crescita del Brachetto d’Acqui a tutela del territorio d’origine, dei suoi produttori e del consumatore finale. Il Consorzio riunisce una sessantina tra aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere. La Cantina Maranzana è tra queste, con il suo Brachetto d’Acqui docg, sia nella versione tappo raso che in quella spumantata

Il Brachetto, tra storia e leggenda 

Non vi è vino che non porti con sé l’affascinante sapore della leggenda che lo ha visto nascere. E il Brachetto non fa eccezione. Pare che l’attuale Brachetto d’Acqui non fosse altro che l’antico vinum acquense tanto decantato dai romani e al quale venivano attribuite virtù afrodisiache così eccezionali che Giulio Cesare prima, e Marco Antonio poi, ne portarono in dono diversi otri alla bella Cleopatra, nella lontana terra d’Egitto.

Nel 1817, il naturalista Gallesio lo definì “vino celebre” e lo classificò quale vino da dessert in quanto, invecchiando, assumeva il sapore del Porto o dello Xeres. A quei tempi, il Brachetto veniva prodotto in così grandi quantità da essere commercializzato anche e soprattutto in America Latina. 

La prima definizione ufficiale del Brachetto, però, risale al 1922, a firma di Garino Canina, che ne fu il vero classificatore scientifico: “Tra i vini di lusso – scriveva – il Brachetto […] è un vino con profumo speciale, moderatamente alcolico e zuccherino, non molto colorito che per lo più si consuma spumeggiante o spumante”. Peccato che, a quel tempo, la produzione per il mercato si era ridotta a soli 500 ettolitri. A farla crollare fu l’avvento della filossera che, alla fine della prima guerra mondiale, aveva devastato i vigneti, rendendo necessario ricorrere ad altri vitigni che richiedessero meno attenzione e cure particolari.

Il Brachetto ritornerà poi negli anni ‘50, tra le colline del sud del Piemonte, dove la produzione continuava in piccole nicchie di stimatori. Qui, Arturo Bersano mise a punto un Brachetto spumante elaborato in autoclave con Metodo Charmat e, da quel momento, il Brachetto decollò. Di nuovo. E questa volta, da gran protagonista dei grandi vini aromatici.

Come si serve il Brachetto e con quali cibi si abbina

Per il Brachetto d’Acqui, la temperatura ottimale di degustazione consigliata è compresa fa 8 e 12°C e comunque mai al di sotto di questo livello, poiché il freddo tenderebbe a bloccare i suoi profumi. È un vino che ben accompagna i dessert e la frutta, in particolar modo le fragole fresche o le pesche di stagione. Davvero esplosivo, invece, nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drink. Da provare con i formaggi e salumi!

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